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Tisana alla Malva

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La malva

 Altri nomi

Malva selvatica, riondela, nalba, marva, maleva, mallow.

 

La pianta

La malva (Malva sylvestris), della famiglia delle Malvaceae, è una pianta erbacea molto comune, che si può rinvenire facilmente ai bordi delle strade, nei cortili, tra i ruderi, nei prati e negli orti. Alta da 20 cm ad anche oltre un metro, presenta fusto eretto, raramente strisciante. Le foglie sono palmate, lungamente picciolate. Quelle inferiori sono più larghe e sono composte da 5 o 7 lobi; quelle superiori, più piccole, da 3 o 5. I fiori si sviluppano all’ascella delle foglie in gruppetti di 3-6 e presentano 5 petali di colore rosa-porporino striati di violetto. Fioriscono da maggio a ottobre.

 

Gli impieghi

La droga, ovvero la parte più ricca di principi attivi usata in erboristeria, è costituita dalle foglie e dai fiori.

Le proprietà principali della malva sono le seguenti:

  • capacità di regolare il transito intestinale, normalizzando volume e consistenza delle feci;
  • azione fluidificante delle secrezioni bronchiali;
  • azione emolliente e lenitiva su sistema digerente, vie urinarie e mucosa orofaringea;
  • capacità di agire sul tono della voce.

Ma non si fermano qui. Da sempre alla malva sono state riconosciute mille proprietà e, nella tradizione popolare, è considerata un rimedio per molti malanni. “Mal-va, l’erba del mal che se ne va” recita un antico detto. E ciò è dovuto in massima parte alla presenza, nei suoi tessuti, di mucillagini, che agiscono sul nostro organismo con un’azione lenitiva e protettiva. Ma contiene anche altre molecole, tra cui le vitamine A, B1, C ed E. Oltre all’azione emolliente e blandamente lassativa, le si riconoscono anche proprietà espettoranti, rinfrescanti, bechiche e antinfiammatorie.

Utile in caso in caso di bronchite, infiammazioni dell’intestino, dell’apparato digerente o delle vie urinarie. Il decotto trova impiego anche per sciacqui in caso di infiammazioni degli occhi, della bocca o delle gengive e per irrigazioni vaginali in caso di vaginite.

Le foglie fresche, bagnate e riscaldate trovano impiego per impacchi e cataplasmi per contrastare infiammazioni della pelle, tagli, calli, ascessi, foruncoli, ecchimosi e sulle zone colpite da artrite e gotta.

I fiori e le foglie, inoltre trovano impiego anche in cucina, crudi in insalata o cotti come gli spinaci, nel minestrone, nel risotto o nella frittata.

 

Lo sapevi che…?

– Il nome malva è latino e viene dal verbo mollire, in riferimento alle sue proprietà emollienti.

– I romani usavano seminare la malva attorno ai sepolcri per propiziarsi le anime dei defunti donando loro pace e soavità.

– I greci la chiamavano malàche, che si avvicina, nel suono a malakòs, “molle”.

– La medicina greca antica di Ippocrate classificava la malva come un rimedio “freddo-umido”.

– Un tempo si riteneva che la malva fosse una messaggera tra il mondo sottile e quello terreno.

I nostri consigli

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