Coltivare il finocchio dolce, tecniche – essiccazione – conservazione

Per coltivare il finocchio dolce occorrono terreni certificati bio e tassativamente nell’area adiacente non devono esserci coltivazioni non bio in quanto queste rischierebbero di contaminare il prodotto rendendolo non biologico.

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il finocchio dolce ama il clima caldo e ventilato ed i terreni asciutti. alcune isole come la Sardegna o la Sicilia sono particolarmente vocate a questo tipo di coltivazione.

La pianta va seminata o trapiantata – se si parte da cubetto –  ad una distanza di 70 cm tra fila e fila e circa 40 cm tra pianta e pianta. Il seme va seminato con una seminatrice pneumatica o meccanica ad una profondità di 1 cm su terreno fertile e ben preparato.

La semina va fatta in aprile/maggio, il terreno dopo la semina va tenuto bagnato fino a nascita. L’irrigazione va proseguita nelle prime fasi di crescita fin quando la pianta non si sviluppa intorno ai 20 cm di altezza mostrandosi forte e radicata. Le prime fasi sono delicate occorre evitare ristagni d’acqua ma tenere umida la superficie del terreno in quanto le radici sono poco profonde.  In questa fase in cui il piantino è piccolo occorre anche tenere pulita la pianta meccanicamente tra le file e manualmente vicino alla pianta. E’ importante che il campo venga mantenuto pulito e che non si infesti.

La pianta va in maturazione in 3 mesi.

Una volta matura la pianta va trebbiata in campo con una mini trebbia tipo Ganji (cinese).

Se si trebbia con una trebbia grossa occorre ripulirla bene da eventuali lavorazioni precedenti per evitare contaminazioni da glutine. La trebbia grossa va gestita bene dall’operatore perché rischia di comprimere troppo i semi contro i battitori e ossidarli facendoli diventare scuri durante l’essiccazione. Una buona pratica e attendere giornate di previsto sole, tagliare a terra il prodotto lasciandolo in campo alcuni giorni a seccare e trebbiarlo poi con la trebbia grande in campo una volta secco.

Il prodotto trebbiato va posto su reti al sole (reti tipo zanzariere) in modo che completi l’essiccazione. In alternativa ci si può avvalere di sistemi di essiccazione tecnologicamente all’avanguardia come quelli prodotti dalla windryer.

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